Il futuro contro by Andrea Graziosi;

Il futuro contro by Andrea Graziosi;

autore:Andrea, Graziosi; [Graziosi, Andrea ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Politica, Saggi
ISBN: 9788815350855
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2019-08-15T00:00:00+00:00


2. Merito o talento?

L’altro fondamentale, ancorché meno intellettualmente compiuto, discorso con cui il progressismo e la sinistra internazionali hanno risposto alla crisi della loro narrazione tradizionale è quello imperniato sulle pari opportunità, cioè sulla neutralizzazione attiva dei privilegi di provenienza sociale, di genere, colore o «etnia» ecc. per aprire a tutti una strada in cui i successi conseguiti sarebbero determinati solo dai meriti dei singoli.

Si tratta quindi di un discorso strettamente legato a quello meritocratico, che compare anche nelle narrazioni di destra e persino in quelle populiste (in Italia di meritocrazia parlano per esempio anche i 5 Stelle ed essa figura nel contratto siglato con la Lega). La sua popolarità è basata su due fattori: la riduzione, se non l’annullamento, dei privilegi di nascita appare ed è giusta, e l’apertura al merito promette e spesso permette di spezzare ingiustizie e favoritismi sostituendoli con competenza e integrità. Ma oltre a essere basato su premesse che sono almeno in parte false, questo discorso – singolarmente preso e non liberato dai suoi limiti intrinseci e dai suoi errori – spinge a parlare, ingenuamente e ottimisticamente, solo a chi nel mondo è riuscito a farcela o ce la può fare, suscitando anche per questo non poca irritazione.

La sua diffusione è a sua volta espressione di un’altra delle difficoltà in cui si dibatte oggi il progressismo liberale: le trasformazioni che hanno mutato le società occidentali non hanno solo minato il suo discorso tradizionale, provocandone l’esaurimento dopo più di un secolo di successi. Esse hanno anche cambiato, in buona parte, il volto e la composizione dei suoi sostenitori, e lo hanno fatto proprio in relazione con alcuni degli aspetti migliori e più positivi di quelle trasformazioni.

Sono state infatti le logiche «meritocratiche» di una società aperta della conoscenza, basata sull’istruzione diffusa e che premia le capacità, nonché le pari opportunità perseguite e difese dal progressismo contro le élite tradizionali, ad aver prodotto quei ceti colti benestanti (affluent left) che sono oggi spesso il sostegno principale del progressismo liberale. Forse calcando la mano, Thomas Edsall ha scritto che quel che sta accadendo nelle società occidentali è la «sostituzione della politica basata sulle classi sociali»[6] con una politica che, soprattutto nei paesi più ricchi e istruiti, ha una delle sue caratteristiche nell’affermazione dell’istruzione come più forte indicatore dei comportamenti elettorali (un’altra è la crescente importanza dell’elemento identitario).

Il paradosso è che quasi ovunque livelli di istruzione, e quindi di reddito, crescenti sono associati al voto liberal-progressista, mentre bassa istruzione e basso reddito correlano bene col voto per movimenti «populisti» spesso, ma non solo, di destra. Negli Stati Uniti più del 50% dei laureati (intesi come detentori di un college degree) ha votato per Hillary Clinton, e la maggioranza di chi non ha frequentato un college ha votato per Trump. In Gran Bretagna, dove la percentuale di contrari alla Brexit aumenta al crescere del reddito e dell’istruzione, collegi tradizionalmente conservatori, perché benestanti, come Kensington, sono passati alla sinistra, e i dati testimoniano di un continuo declino del voto basato sull’appartenenza a una classe sociale.



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